Giuseppe Piliego

Giuseppe Piliego nasce a Brindisi il 16 luglio 1886, da Giovanni e Concetta Ribezzi; il successivo 25 luglio 1886 è battezzato da don Pasquale Camassa. A diciannove anni si trasferisce a studiare canto a Milano e un giornale dell’epoca annota: “La sua simpatica voce da tenore ci fa ben sperare”. Nel 1907 si trasferisce a Firenze per seguire le lezioni di Vincenzo Lombardi già maestro di Enrico Caruso. Cinque anni dopo debutta a Firenze; la critica rilevò che il tenore brindisino aveva “proprio tutte le migliori qualità per emergere presto e molto”. Sempre al 1912 risale la sua prima esibizione in Brindisi, al teatro Verdi, con Traviata; grande fu il suo successo in quell’occasione sottolineandosi come possedesse “tutte quelle doti vocali  che gli assicurano, fin da ora, una splendida e rapida carriera”.

L’auspicio si trasformò in realtà; negli anni successivi Piliego riscuote grandi consensi in tutta Italia tanto da essere scritturato per cantare nel Carnevale del 1913 alla Fenice di Venezia nel Mefistofele e nella Melisanda. Al Politeama di Lecce, dopo la sua esecuzione della Favorita la stampa pose in evidenza come Piliego possedesse, oltre che una bellissima voce, un talento artistico non comune. Nel 1914 si trasferisce a Firenze dove l’11 luglio 1914 sposa Adelasia Ignesti; seguono acclamate esibizioni al Mastrojeni di Messina, al Rendano di Cosenza, al Petruzzelli di Bari, al Politeama di Genova, a Treviso. Dopo la pausa dovuta alla Grande Guerra riprende l’attività nell’inverno 1918\19 con spettacoli a Pistoia e Livorno; in primavera è al Costanzi di Roma impegnato in Cavalleria Rusticana. Nell’autunno del 1919 è richiesto dal teatro San Carlo di Lisbona; ai primi dell’anno successivo è in Madrid ove si esibisce in Manon, Cavalleria Rusticana e Mefistofele; in quest’ultima circostanza fu “aplaudido en todos momentos. La romanza final la dijo con extraordinario gusto y le valió una ovación”. Dal novembre del 1920 al marzo 1921 è al teatro Sultaniale del Cairo in cui propone Bohème. Nell’estate del 1921 nel teatro di Sesto Fiorentino canta sia in Cavalleria Rusticana che in Pagliacci.

Dopo acclamate esibizioni a Padova e al Verdi di Pisa, seguono nuovi grandi successi all’estero; nel 1925 è all’Opera d’Algeri ove sarà protagonista in 14 rappresentazioni. Rientra in Italia per breve tempo e, dopo una stagione al Verdi di Pisa, il 1927 si trasferisce negli Stati Uniti ove si tratterrà per alcuni anni. Il 19 ottobre di quell’anno, a New York, Liederkranz Hall, incide per la Victor Santa Lucia luntana di E. A. Mario, accompagnato dai Maestri cantori di Firenze, diretti da Sandro Benelli. L’anno dopo incide per Brunswick Record, da Elisir d’amore, la romanza Una furtiva lagrima.

Rientrato in Italia si ritira dalle scene nel 1938;  l’anno dopo trasferisce la residenza a Firenze ove morirà il 27 ottobre 1963.

Giacomo Carito